La Concattedrale

La massima espressione del Romanico in Puglia

Simbologia e architettura si fondono nel racconto della Cristianità dal VI secolo al Medioevo, esaltando la potenza della dinastia sveva.




Note storiche

La Concattedrale di Bitonto è stata costruita tra l’XI e il XII secolo durante la dominazione normanna, sul modello della Basilica di San Nicola a Bari ed è considerata la più completa e matura espressione del Romanico in Puglia.

Come molte chiese pugliesi, anche la Concattedrale di Bitonto è stata rivestita nel XVIII secolo da stucchi e decori barocchi, ma l’aspetto originario venne ripristinato nel corso dei restauri ottocenteschi. L’ambone, tra gli elementi più significativi della Concattedrale, è attualmente collocato sul lato destro della navata centrale. Realizzato quasi interamente in marmo, possiede un lettorino riccamente scolpito con preziosi intagli e trafori.

La Concattedrale di Bitonto

La facciata principale, particolare del sovrarco


L'esterno

Il portale della facciata principale offre un’importante rappresentazione simbolica e di scene del Nuovo Testamento. Il sovrarco del portale è coronato da un pellicano, simbolo associato a Cristo nell’atto in cui l’animale, secondo la leggenda, si squarcerebbe il petto per nutrire i suoi piccoli.

Il sovrarco è retto da una coppia di grifoni che stringono una preda fra gli artigli, il tutto sostenuto da colonne che poggiano su due leoni a dimensioni reali.

Sulla facciata meridionale corrono sei grandi archi; il sesto arco ospita l’entrata laterale nota come il “Portale della Scomunica” dal quale Papa Gregorio IX scomunicò Federico II nel 1227.

Anche la facciata sud presenta un rosone composto da colonnine terminanti con decori vegetali, due grifoni stilofori che reggono il sovrarco, alla cui sommità si staglia una sfinge.

A rendere l’esterno ancora più imponente è l’alto campanile anch’esso in pietra calcarea bianca, scandito da bifore, trifore e quadrifore.




L'arredo scultoreo

La Concattedrale presenta molti elementi scultorei e architettonici di pregio. Tra questi l’ambone in marmo, fabbricato nel 1229 da Nicolaus, sacerdos e magister. Il lettorino è composto dalla figura di San Matteo che regge un’aquila, simbolo di San Giovanni con ai lati il leone e il toro, simboli degli altri evangelisti San Marco e San Luca.

Il fronte posteriore dell’ambone è arricchito da una lastra trapezoidale in cui si ritiene sia stata scolpita la famiglia Sveva: siede in trono Federico Barbarossa mentre cede lo scettro alla figura successiva, Enrico VI. In piedi seguono le figure di Federico II e di suo figlio Corrado; in basso un’aquila, simbolo della dinastia sveva.

L'ambone in marmo opera del magister Nicolaus

Il Mosaico del Grifo






La Cripta

Dalle navate laterali è possibile accedere alla Cripta sotterranea, dove si ammira un ciclo di affreschi di stampo bizantino del XIV secolo e il magnifico mosaico raffigurante un grifo, mostro mitologico dalla doppia natura, testa e ali di uccello e corpo felino, simbolo nell’arte cristiana della doppia natura di Cristo, divina e umana.